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Come posso verificare di essere affetta da disturbo bipolare?…

Come posso verificare con certezza di essere affetta da disturbo bipolare?Ci sono delle analisi mediche specifiche per verificarlo?
Sono stanca.
Mi sono colpevolizzata per tutta la vita di essere strana, sbagliata, cattiva, esagerata, altisonante, frenetica e irascibile. Mi chiedo oggi se invece fossero comportamenti portati da uno stato di sofferenza psichica che ho sempre voluto trascurare.
Percepisco la mia vita come un puzzle di tante vite diverse, esperienze, ambizioni e amori sempre differenti, con molti cambi di rotta bruschi e turbolenti.
Mi chiedo dove abbia origine questa irrequietezza e cerco di comprendere quale sia stato il primo momento in cui mi sono sentita sola, perduta e arrabbiata.
Ho iniziato a sentirmi così da bambina fingevo di essere felice e spensierata ma ero prematuramente disillusa nei confronti della vita, mangiavo continuamente per ribellarmi e per calmarmi.
Mi sono sentita smarrita da adolescente ma nascondevo la mia fragilità con la rabbia e la dissolutezza. In quegli anni ho fisicamente e mentalmente maltrattato mia sorella senza nessuna ragione, in preda a dei raptus in cui riuscivo a scatenare un’aggressività verbale e fisica di cui non riesco a capacitarmi.
Le abbuffate quotidiane erano un modo per uccidermi ogni giorno ed evitare la vita.
Col tempo indurmi il vomito è diventata un modo per sedarmi ed anche oggi ne sento l’impulso quando subisco un forte stress.
Dopo la maturità ho sentito il vuoto davanti e dentro di me.
Era tutta la vita che fingevo, non sapevo chi fossi e nemmeno cosa scegliere di essere.
Da quel momento ho sperato di trovare la
mia identità in quel nuovo interesse, quello stile di vita, quell’esperienza, quel partner, quegli amici, quel corpo. Parlare di me è sempre stata un’esigenza continua per convincere me ed il mondo di possedere dei punti fermi.
Negli ultimi dieci anni ho alternato periodi di isolamento ed apatia a periodi di esibizionismo ed eccitazione con una transizione immorale spesso incredibilmente veloce, quasi improvvisa.
Sono ingrassata 30 kg e li ho persi, e ne ho ripresi e ripersi continuamente, ogni anno il mio peso oscilla di quasi 10 kg.
A volte ho l’impressioni che il mio corpo si allarghi mentre mi guardo. Ho fatto centinaia di diete, il cibo ha il potere magico di farmi sentire nuova.
Nel 2013 a seguito di un forte stress ho vissuto un periodo di dissociazione e psicosi di 2 mesi a seguito dei quali ho avuto il supporto di una terapia psichiatrica che ho scelto di interrompere.
Negli ultimi anni ho imparato a gestire la rabbia e a trasformare le mie sensazioni, ho iniziato a scrivere e ho trovato nella poesia la prima verità della mia vita.
Sono sempre stata molto analitica nei confronti delle mie dinamiche mentali e con il tempo penso di essermi capita a fondo.
Ma nonostante i progressi sento che questa nuova accettazione porti con se fasi depressive sempre più radicate e lunghe ed un carico emotivo che non riesco più a sopportare.
Cosa posso fare per capire i motivi di tanto disequilibrio?È possibile ottenere un esito in tempi brevi?
Vi ringrazio molto per la vostra disponibilità e per l’attenzione,
In attesa di una vostra risposta vi auguro una buona giornata

Silvia, 30 anni


 

Cara Silvia,
sei riuscita a scrive e ad esplicitare tra queste righe, tutta la tua sofferenza, la tua storia, ci sembra che sulla carta hai ben chiare le conseguenze esterne del tuo malessere, ma come anche tu hai sottolineato, non riesci a capirne le cause più profonde. Ci chiedi che tipo di analisi siano necessarie per attestare il tuo “disturbo” un tipo di analisi, che anche in questo caso, accerti sulla carta il tuo malessere, un quadro chiaro e definito. Dopo tanta sofferenza, è necessario dare un valore un indice ai nostri comportamenti, dare un senso, quindi, alle nostre espressioni esterne. Sei riuscita, come dici, a gestire la tua rabbia, con la poesia e sicuramente questo un po’ ha alleviato il tuo malessere, che però continua e sfocia in un comportamento alimentare problematico, il cibo quindi come ansiolitico, come oggetto capace di riempire il tuo vuoto. Certamente sei riuscita, con il tempo e con la tua forza ad analizzare e mettere in discussione le tue modalità di entrare in contatto con gli altri, e come gli atri, a volte, li hai trasformati in contenitori, loro malgrado, dove riversare i tuoi stati emotivi-affettivi. Cara amica forse in questo momento della tua vita è però importante pensare ad una analisi, non certo di laboratorio, ma un’analisi che ti permetta di andare emotivamente nel profondo, toccare simbolicamente questo vuoto con l’aiuto di un esperto, pensare quindi ad un aiuto psicologico e semmai riprendere dove tempo fa si è interrotto. Con l’aiuto di un esperto, quindi, stabilire e dare un nome al tuo stato interno.
Un caro saluto!